Sabato 9 luglio sono ripresi i lavori all’interno della grotta “Luftloch”.
La squadra composta dai soci Massimiliano Werk, Paolo Cossi, Terry Zuzek, Erik Carpani, Giorgio Zanutto detto “Jure”, Raffaele Bruschi si è recata nella cavità con l’obbiettivo di riparare il tubo che fornisce ossigeno a – 200 m, secondariamente portare a fronte scavo uno spezzone di corda, una conca per il trasporto dei detriti e cinquanta sacchi. Un’occasione, infine, per accompagnare le nuove leve nella speranza “che trovino un buon feeling con i fanghi termali, nonostante la siccità”.

Muniti di rilevatori di ossigeno la squadra è scesa ed arrivata alla quota – 200m, qui si è divisa per riparare il tubo in parete (Max, aiutato moralmente da Erik e Jure) e per portare il materiale a fronte scavo (Raffaele e Paolo). Dopo essere scesi ulteriormente attraverso i pozzi e qualche meandro di pochi metri per raggiungere il fronte scavo si rileva come un segmento del tubo dell’ossigeno sia finito in un pozzo parallelo, allagato da stillicidio, invece che nella sua posizione originaria, cioè lungo la prosecuzione verso il fondo: probabilmente negli ultimi due anni una piena particolarmente forte l’ha staccato e spinto indietro di diversi metri fino a farlo cadere farlo cadere nel pozzo.
Dopo aver recuperato il tubo si è deciso di risalire a quota -200 – dove nel frattempo è stata completata la riparazione del tratto superiore – vista soprattutto il livello di ossigeno segnalato dal rilevatore.
Per concludere, citando le impressioni di Jure, alla sua prima discesa in questa cavità :”solo constatando di persona si può capire l’immane lavoro di scavo eseguito per un ventennio.
C’è da dire che, per tutto il lavoro che è stato profuso, meriterebbe un giusto incontro con un noto corso d’acqua sotterraneo. Incontro agognato, cullato e sognato fin dalla notte dei tempi.
Ad maiora!“











