Le cavità artificiali e la speleologia urbana

Per cavità artificiale (CA) si intende uno spazio “vuoto”, presente all’interno di una massa coerente, dovuto non a processi naturali, ma a meccanismi artificiali.

In parole più semplici : “Una cavità artificiale è un ambiente sotterraneo, più o meno articolato, scavato dall’uomo nel terreno”.

La realizzazione delle CA più antiche è generalmente da mettere in relazione con la nascita dei primi centri abitati fissi ed organizzati (popolazioni che da nomadi diventano stanziali). E` normalmente possibile trovare cavità artificiali in qualsiasi sito abitato (in tutto il mondo), in quanto i principi utilitaristici che hanno spinto l’uomo a praticare questi scavi sono validi universalmente. L’uomo, infatti, ricava CA nel sottosuolo solamente per precisi motivi di interesse, in quanto lo scavo comporta, in ogni caso, fatica e costi. In un primo tempo, sono state identificate le seguenti tipologie di cavità artificiali, riferite direttamente agli scopi per i quali sono state scavate:
a) necessità di approvvigionamento idrico (canali di drenaggio, gallerie di captazione, acquedotti, cisterne, pozzi, …)
b) necessità abitative dirette (abitazioni, chiese, necropoli, catacombe, opere di difesa, …) 
c) necessità abitative indirette (stalle, magazzini, laboratori, gallerie di transito, cave, miniere, …).

Camera principale sotterranea posto fra le fondamenta della 
Rotonda Pancera – Trieste (Foto Guglia)

In seguito, con l’adozione della nuova scheda catastale, è stato deciso di ampliare dette categorie, introducendo nuove possibilità ed aumentando le suddivisioni all’interno di ogni classe. Il nuovo albero delle tipologie è oggi il seguente:

A) Opere Idrauliche :
A.1 regimazione/bonifica = cunicoli e gallerie sia per la bonifica di terreni paludosi che per la regimazione di livello di laghi e bacini (emissari, immissari);
A.2 captazione = cunicoli e gallerie destinati a captare vene d’acqua sotterranee o stillicidi: essi possono sboccare all’aperto in una fontana o canale; se invece fanno parte integrante di un acquedotto complesso (A.3) sulla scheda si indicherà sia A.2 che A.3;
A.3 trasporto = gallerie e cunicoli di acquedotti che trasportano lontano l’acqua da captazioni esterne o sotterranee (A.2); deviazioni sotterranee di corsi d’acqua per consentire la costruzione di ponti (tecnica usata dagli Etruschi quando non conoscevano l’arco); tutte le opere idrauliche che non ricadono in un’altra voce specifica;
A.4 cisterne = ambienti sotterranei destinati all’accumulo di acqua (o altri liquidi, liquami esclusi); generalmente dotati di manto per la impermeabilizzazione delle pareti; le cisterne per derrate secche vanno in B.5;
A.5 pozzi = perforazioni verticali per la presa di acque, eseguiti a partire dalla superficie esterna;
A.6 opere di distribuzione = vasche, sale o altri ambienti sotterranei in cui convergono vari condotti (anche non percorribili) e/o dipartono altri condotti (generalmente non percorribili), quali il castellum aquae romano;
A.7 fognature = cunicoli o gallerie di scarico di acque bianche o nere da insediamenti umani o industriali;
A.8 canali navigabili = forse in Italia non ve ne sono di sotterranei, è da verificare, ma nel centro Europa ne sono noti parecchi.
A.9 ghiacciaie/neviere = non ci sono solo quelle in grotte naturali (pozzi a neve), ma anche quelle artificiali.
A.10 condotti di funzione sconosciuta = spesso si trovano condotti in passato certamente idraulici ma ridotti a tratti troppo brevi per poterne stabilire la funzione, l’esperienza suggerisce di inserire questa voce.

B) Opere Insediative Civili :
B.1 insediamenti stabili abitativi = insediamenti abitativi a carattere continuativo per un certo periodo di tempo, abitazioni trogloditiche, casette agricole ipogee con focolare, camino, lettiere, ecc.;
B.2 ricoveri temporanei/rifugi= insediamenti stagionali, luoghi di riunione saltuaria, ricoveri di banditi, cavità scavate nei parchi di ville antiche, luoghi di temporanea detenzione; i rifugi antiaerei vanno in D.7;
B.3 opifici = grotte dei cordari, oleifici, officine, luoghi (in passato) di lavoro; se militari, vanno in D.1;
B.4 magazzini = depositi di attrezzi agricoli, cantine da vino, cantine generiche; se militari vanno in D.5;
B.5 silos sotterranei = cavità con accesso generalmente dall’alto, scavate nella roccia e chiuse da una pietra accuratamente squadrata, che garantiva la conservazione di derrate alimentari al riparo dai topi; sinonimo: fosse granarie;
B.6 stalle = ricoveri per animali di qualsiasi taglia, dai cavalli ai polli, esclusi i piccioni (B.7);
B.7 colombari = la maggior parte dei colombari extraurbani, con cellette piccole e fitte, avevano funzione di allevamento di piccioni o volatili analoghi, il termine proprio sarebbe “colombaie”; altri, con celle un po’ più grandi e senza la finestrola per far entrare e uscire gli uccelli, sono invece cavità funerarie e vanno in C.2;
B.8 altri insediamenti = è difficile stabilire un elenco completo di tutti i tipi di insediamenti, se ve ne sono di inusuali o non interpretabili, andranno in questa voce; se si troverà un gran numero di insediamenti che ricadano nelle sette voci precedenti, se ne creerà una apposita.

C) Opere di Culto
C.1 luoghi di culto = ninfei, mitrei, favisse, eremi, chiese e cappelle rupestri, ecc.; se contengono anche numerose tombe, marcare C.2; viceversa se in una catacomba esistono chiare tracce di altari, marcare anche C.1
C.2 opere sepolcrali = tombe a camera, sistemi sepolcrali complessi come le catacombe, colombari funerari, necropoli, cioè insieme fitto di ambienti sepolcrali ipogei contigui.

Ingresso di una delle case- matte  presenti all’interno del settecentesco 
Forte Olmi (n. CA 67 FVG-TS) – Muggia (Foto Guglia)

D) Opere Militari
D.1 opere difensive varie = fortificazioni sotterranee che non hanno funzioni specificate sotto, e loro pertinenze;
D.2 gallerie e camminamenti = opere per il transito di armi e armati;
D.3 gallerie di mina/contromina = gallerie aventi una funzione specifica: far saltare i nemici;
D.4 postazioni di sparo = dai fucili alle mitragliatrici e ai cannoni e, forse, alle balestre;
D.5 depositi = magazzini militari sotterranei di munizioni, derrate o altro;
D.6 rifugi = rifugi da bombardamenti, dormitori, posti comando … per militari;
D.7 rifugi per civili = luoghi sotterranei dove la popolazione civile si rifugiava durante invasioni, cannoneggiamenti, bombardamenti aerei.

Ingresso di una delle gallerie della miniera di bauxite 
presso San Pietro – Slovenia (Foto Guglia)

E) Opere estrattive
E.1 cave di inerti = cave di sabbia, pozzolana, blocchetti di tufo, pietra da costruzione o ornamentale;
E.2 miniere metallifere = miniere di qualsiasi epoca di minerali di rame, ferro, stagno, piombo, oro, ecc.
E.3 miniere di altre sostanze = cave sotterranee di selce, allume, zolfo, carbone, sabbia per vetro…
E.4 sondaggi minerari = tracce di attività mineraria di qualsiasi epoca, non correlabili a specifici minerali;
E.5 coltivazioni sotterranee = in esse si estrae da sottoterra prodotti vegetali lì coltivati, tipicamente funghi: secondo le tipologie UIS sono apparentate alle miniere perché da esse si tira fuori qualcosa che vale.

F) Vie di transito

(Erano incluse nelle varie ma ormai è accertato che sono numerose e importanti, quindi, come anche suggerito da altri, meritano una categoria a sè. Resta un dubbio: se includere qui anziché in A.8 le vie d’acqua).
F.1 gallerie stradali = gallerie (larghe almeno un paio di metri) per il transito di carri, cavalli e anche uomini;
ne sono note diverse, di epoca etrusca e romana, ma probabilmente ne esistono anche di rinascimentali e infine,
quelle delle carrozzabili, abbandonate da decenni per tunnel più moderni; ne esistono anche in correlazione, per es., alle cave di marmo;
F.2 cunicoli di transito = la funzione è la stessa di sopra ma le dimensioni sono tali da non consentire il transito di carri e grossi animali: cunicoli che collegavano castelli, conventi …, cunicoli di fuga; ma non opere chiaramente militari;
F.3 gallerie ferroviarie, tramviarie, di funicolari = anche se abbastanza recenti, tuttavia da tempo in abbandono. Potrebbero includere gallerie minerarie destinate esclusivamente al transito delle decauvilles e non ad estrazioni minerarie.
F.4 pozzi non idraulici e discenderie = molte volte capita di incontrare pozzi, chiaramente non destinati ad estrarre acqua ma creati per altri motivi che, a causa dell’intasamento del loro fondo, non sono accertabili con sicurezza ed isolati da eventuali sottostanti cavità (acquedotti, miniere, ecc.), perchè solo in tal caso vengono catastati separatamente. Le discenderie sono pozzi obliqui.

G) Altre opere
G. Altre opere: non si può mai pretendere di aver classificato qualsiasi opera, quindi una voce “varie” è necessaria. 

E` ovvio che la dimensione del fenomeno cavità artificiali in una regione, sia per numero che per estensione, sarà direttamente legata alla durezza della roccia presente nel sito ed alla relativa possibilità e facilità di scavo.
Le caratteristiche delle CA presenti in un ambiente urbano saranno inoltre strettamente legate alle particolarità del territorio sovrastante, del quale hanno seguito, nel tempo, l’evoluzione e la trasformazione. In molti casi, infatti, le cavità sotterranee oggi rintracciabili riguardano un periodo storico di cui non è più rintracciabile in superficie alcuna costruzioni. Le CA, quindi, rappresentano spesso le uniche testimonianze di fabbricati, di organizzazioni territoriali, di “esigenze di vita” completamente cancellati dall’espansione urbana sviluppatasi in superficie secondo nuove e diverse necessità.

Cavità Artificiali a Trieste

Ogni città presenta una propria specifica connotazione per quanto riguarda la presenza di cavità artificiali nel suo territorio. Trieste, per esempio, è caratterizzata principalmente dalla presenza di rifugi antiaereitorrenti copertiacquedotti ed opere idrauliche minori. Tutte le ricerche avviate hanno necessariamente dovuto adeguarsi a questa situazione, concentrando le indagini e le esplorazioni sulle categorie di cavità effettivamente presenti nella nostra area.

Collaborazioni

La Sezione di Speleologia Urbana della Società Adriatica di Speleologia ha collaborato, nel corso delle sue ricerche, con il Comune di Trieste, il Civico Museo di Storia ed Arte, il Museo di Arte Contempora- nea Rivoltella, l’A.S.S. n. 1 “Triestina”, l’ACEGAS, la Curia e con tanti privati proprietari dei terreni in cui si aprono le singole cavità.
Una volta completata l’esplorazione, è sempre  stata consegnata una relazione contenente il rilievo ed i dati descrittivi dell’opera sotterranea  visitata.

La Sezione di Speleologia Urbana della Società Adriatica di Speleologia
adotta, nelle sue attività di documentazione delle opere sotterranee
artificiali, l’albero delle tipologie proposto dalla Commissione Cavità Artificiali della Società Speleologica Italiana ed utilizzato nelle schede del Catasto CA – SSI.

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I soci della Società Adriatica di Speleologia si ritrovano ogni giovedì sera alle ore 21:00 presso la sede sociale di via Rossetti n. 59/a a Trieste.

L’ingresso è libero per tutti gli appassionati ed a chi è interessato a conoscere le nostre attività.

 

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