Il Catasto Nazionale Cavità Artificiali FVG, struttura creata in seno alla Commissione Nazionale Cavità Artificiali della Società Speleologica Italiana, è operante dal 1989.
Nei suoi 17 anni di attività, il Catasto CA ha cercato di fornire gli strumenti utili all’identificazione e catalogazione delle varie opere ipogee oggetto di studio ed esplorazione.

Fra le regioni che per prime si sono attivate per dotarsi dello “strumento catasto” risulta anche il Friuli Venezia Giulia che, sulla base di quanto deliberato durante la riunione della Commissione CA svoltasi a Bergamo nel dicembre 1988, ha subito predisposto l’avvio operativo della struttura. Al momento attuale, sono presenti nel Catasto CA del FVG le schede di ben 928 cavità artificiali, così suddivise (dati dicembre 2007):
Provincia di Trieste | 393 cavità (42,3 %) |
Provincia di Gorizia | 270 cavità (29,1%) |
Provincia di Udine | 242 cavità (26,1%) |
Provincia di Pordenone | 23 cavità ( 2,5%) |
Detti ambienti sotterranei comprendono quasi tutte le varie tipologie possibili, con una particolare concentrazione per quanto riguarda le opere idrauliche (25,8%), le costruzioni militari di difesa (37,7%) ed i ricoveri/rifugio (15,8%). Complessivamente, si tratta di spazi artificiali ipogei che si sviluppano per una lunghezza totale di oltre 50.000 m.

(Foto Guglia)
Per la raccolta dei dati caratteristici di una cavità artificiale è stata usata inizialmente un’apposita scheda, adottata a livello nazionale, che nasceva dalle esperienze maturate in più anni di lavoro nel campo della speleologia in CA.
Era prevista una “scheda base” principale (colore azzurro), che raccoglieva i dati fondamentali per l’identificazione ed il posizionamento della cavità, una “scheda complementare” (colore grigio), prevista per le opere ipogee con più ingressi, ed una “scheda anomalie” (colore giallo), che doveva essere compilata solamente in particolari casi (cavità solo parzialmente artificiale, attualmente ostruita, …).

Dall’anno 2000, tale sistema di schede è stato sostituito da una nuova modulistica, di più facile compilazione e più adatta alla gestione dei dati specifici delle cavità artificiali. La prima novità riguarda il supporto sul quale oggi le schede vengono distribuite: non si tratta più della solita cartellina in formato A3 realizzata in cartoncino, ma di un dischetto per computer nel quale è contenuto un file di testo in formato MS WORD. Questo file può essere stampato in quante copie risultano necessarie direttamente dal compilatore e quindi riempito a mano con tutti i dati indispensabili. Tale sistema di trasmissione permette di non essere legati alla tradizionale scheda stampata e di poter trasferire con facilità agli interessati un “kit” comprensivo di tutto il materiale necessario all’accatastamento di una o più cavità artificiali (schede, istruzioni, regolamenti, …).
Nell’attività di accatastamento delle CA vi sono alcuni concetti di particolare importanza:
- In linea di principio si schedano solamente le cavità studiate dagli speleologi, non quelle già note in letteratura o frutto di ricerche archeologiche depositate presso le Soprintendenze.
- Ogni nuova cavità non viene schedata appena scoperta, ma solo dopo aver raccolto una sufficiente documentazione.
- Le schede sono compilate da chi scopre, esplora e studia le cavità, dopo idoneo addestramento.
- Il conservatore regionale del Catasto CA è a disposizione per aiutare nella compilazione in caso di dubbi o difficoltà.
- Il numero di Catasto è assegnato dal conservatore regionale, dopo controllo dell’adeguatezza e affidabilità della scheda. Da quel momento in poi la scheda è liberamente consultabile presso la sede regionale del Catasto ma, per fotocopiarla o fare copie degli allegati, occorre l’autorizzazione del compilatore originario. Solo alcuni dati generali, che non permettono l’esatta localizzazione e descrizione della cavità, potranno essere pubblicati in tabulati regionali o, sul piano nazionale, trasmessi alla SSI. La legge sulla “privacy” impone, infatti, molta cautela nella redazione e pubblicazione di alcuni dati: in molti casi sarà necessario avere l’autorizzazione scritta da parte dei proprietari della cavità.
La scheda deve essere compilata in tutte le sue parti, ed alla stessa dovrebbe essere allegato il seguente materiale:
- Una fotocopia di parte della tavoletta IGM 1:25.000 (magari ingrandita) o CTR 1:5.000 (preferibilmente), con la posizione esatta dell’ingresso principale della cavità e traccia dell’itinerario d’accesso.
- Il rilievo topografico interno, in fotocopia, anche di un disegno a matita, purché comprensibile.
- Auspicabile un breve testo, anche manoscritto, in fotocopia, dell’Itinerario d’accesso e della descrizione dell’interno.
- Del tutto facoltativa l’inclusione di ulteriore documentazione (fotocopia di pubblicazioni, fotografie, disegni, ecc.).
- Sono accatastabili tutti gli ambienti sotterranei scavati nella roccia, realizzati sino alla fine del 1800 e non stravolti da utilizzazioni moderne in atto. Sono anche accatastabili le strutture ipogee più recenti ma ormai da anni in completo disuso, quali ad esempio miniere e cave sotterranee, fortificazioni e rifugi delle due guerre mondiali o gallerie ferroviarie abbandonate; per altre eventuali deroghe, consultarsi col conservatore regionale. Sono accatastabili anche le cavità che siano tuttora in uso, come ad esempio cunicoli di bonifica etruschi, purché siano opere veramente antiche: la parte ottocentesca delle fogne ancora in uso nelle grandi città di solito non lo è.
- Le cavità devono avere dimensioni non infinitesime: il criterio orientativo è una dimensione minima di 5 metri (orizzontale, verticale, obliqua), riferita all’ambiente ipotetico che si otterrebbe togliendo l’eventuale interramento. Le piccolissime tombe a camera (un paio di m) non vanno in genere accatastate singolarmente.

Nell’anno 2000 è stata introdotta anche l’utilizzazione di una “scheda informatica”, che è stata inizialmente adottata – in modo sperimentale – nella regione Friuli Venezia Giulia. Essa, strutturata sulla base della “scheda cartacea”, permette di inserire i vari dati direttamente da computer. Si tratta, infatti, di una tabella in formato MS EXCEL che, una volta compilata, può essere registrata su un dischetto e trasferita al Catasto direttamente su questo supporto.
L’uso della moderna tecnologia permette di ottenere, attualmente, risultati notevoli sotto l’aspetto della semplicità e della velocità di trattamento dei dati: il 60 % delle schede depositate negli ultimi 5 anni presso il Catasto CA-FVG sono giunte in formato elettronico, complete di rilievo e cartografia digitalizzata, raccolte su cd-rom o spedite attraverso e-mail.
Nella regione Friuli Venezia Giulia si interessano di speleologia in cavità artificiali ed hanno collaborato con il Catasto CA le seguenti associazioni: Società Adriatica di Speleologia, Sezione di Speleologia Urbana Via Rossetti n. 59/a – 34100 – Trieste A.S. Grmada – Sezione Speleologica Malchina 48/a – 34019 – Sistiana (TS) Centro Ricerche Carsiche “Carlo Seppenhofer” Via Diaz, 13 – 34170 – Gorizia Club Alpinistico Triestino, Sezione di ricerche e studi su cavità artificiali Via Raffaele Abro 5/a – 34144 Trieste Gruppo Speleologico Carsico Via Bosco Cappuccio, 6 – 34078 – San Martino del Carso (GO) Gruppo Speleologico “Luigi Vittorio Bertarelli”, CAI Via Rossini, 13 – 34170 – Gorizia Gruppo Speleologico Monfalconese “Amici del Fante” Via Valentinis, 134 – 34074 – Monfalcone (GO) Gruppo Speleologico Pradis Via C. Battisti, 6/a – 33090 – Valeriano (PN) Società Alpina delle Giulie Via Donota, 2 – 34121 – Trieste Società di Studi Carsici “Antonio Federico Lindner” Via Madonnina, 4 – 34070 – Fogliano Redipuglia (GO) |

delle Sorgenti di Aurisina – Trieste (Foto Guglia)
Complessivamente, sono state consegnate al Catasto CA-SSI del Friuli Venezia Giulia n. 928 schede. Questa quantità di dati permette di affermare che la nostra regione è quella che, per il momento, presenta il catasto maggiormente aggiornato e più fornito di documentazioni sulle opere sotterranee realizzate dall’uomo.
Questo non significa che il Friuli Venezia Giulia sia, però, la regione più ricca di cavità artificiali. Infatti, in altre aree nazionali il fenomeno è sicuramente più esteso rispetto al nostro (come – ad esempio – in Toscana, Umbria, Lazio e Campania), ma semplicemente è stato prodotto un minor numero di schede descrittive.
E’ attualmente riscontrabile come, negli ultimi anni, la partecipazione di alcuni gruppi speleologici al Catasto CA-SSI del Friuli Venezia Giulia sia sostanzialmente diminuita. Infatti, dalle 8 associazioni speleologiche che hanno consegnato schede nel 2000, siamo scesi alle 3 associazioni del 2007. Questo è dovuto, probabilmente, alla presenza in regione di altre realtà che rappresentano, in qualche modo, un’alternativa al catasto stesso. La Sezione di Speleo- logia Urbana della SAS conti- nua, comunque ed in ogni caso, a presentare il risultato delle proprie ricerche al Catasto CA-SSI.
Il Catasto Cavità Artificiali del Friuli Venezia Giulia ha sede presso il suo responsabile, Paolo Guglia, via dei Navali n. 8, 34143 Trieste, al quale ci si può rivolgere per ogni delucidazione. Il responsabile è inoltre contattabile al seguente indirizzo e-mail: gugliapa@tin.it |