Attività della Sezione di Speleologia Urbana

Di seguito viene riportata una descrizione schematica dell’attività svolta dalla Sezione di Speleologia Urbana della Società Adriatica di Speleologia nel periodo compreso fra il 1983 ed il 2007.

Vengono indicati solamente i fatti salienti e gli avvenimenti importanti che hanno caratterizzato le varie fasi della vita della Sezione.

Le maggiori difficoltà  riscontrate durante le esplorazioni urbane della SAS non hanno riguardato aspetti tecnici, ma la necessità di ottenere i ne- cessari permessi. Le  uscite devono essere sempre organizzate, ottenendo le dovute autorizzazioni da parte dei propretari delle aree visitate.

Immagine dell’esplorazione notturna della cisterna del Piazzale delle Milizie
(n. CA 22 FVG-TS) all’interno del Castello di San Giusto – Trieste  (Foto Guglia)


► 1983

Iniziano, quasi per caso, le prime ricerche riguardanti le cavità artificiali presenti nel sottosuolo della città di Trieste. Nel primo anno d’attività vengono rilevate 2 cavità esplorate sotto il castello di San Giusto e viene fatta una prima ricognizione nei Sotterranei dei Gesuiti. Viene predisposta una “Relazione sui sondaggi e sopralluoghi effettuati negli ipogei del castello di San Giusto allo scopo di accertare l’esistenza e la pervietà di vani dipartentesi dal castello stesso”, che viene presentata al Comune.

► 1984

Viene fondata la Sezione di Speleologia Urbana della SAS. Vengono rilevate 5 nuove cavità, con studi sulle opere ipogee legate alle esigenze di approvvigionamento idrico ed esplorazione di un primo rifugio antiaereo (Via del Monte). Si procede, inoltre, nell’indagine riguardante i Sotterranei dei Gesuiti. Viene avviato il «Progetto Theresia – Indagine storico/documentativa sull’acquedotto voluto dall’imperatrice Maria Teresa per la Trieste emporiale del XVIII secolo». Vengono quindi esplorate – lungo la vallata del torrente Starebrech – le due gallerie Stena (n. CA 4 e 5 FVG-TS). Si tratta delle prime visite alle strutture sotterranee di captazione dell’acquedotto Teresiano. Viene predisposta una “Relazione sugli scavi effettuati nella zona di via del Monte/parco della Rimembranza”, che viene presentata alle Autorità.

► 1985

Viene rilevata la cavità denominata “Pozzo delle Anime” (n. CA 19 FVG-TS) posta all’interno dei Sotterranei dei Gesuiti, sotto la chiesa di Santa Maria Maggiore. Viene presentato al 2° Convegno Nazionale di Speleologia Urbana di Napoli il lavoro intitolato “Studi e ricerche sullo stato attuale dei sotterranei del centro storico della città di Trieste”.

► 1986

Vengono rilevate 2 nuove cavità legate all’approvvigionamento idrico della città di Trieste. Per quanto riguarda il «Progetto Theresia», si ottengono – finalmente – le autorizzazioni per entrare nel Capofonte (n. CA 1 FVG-TS), opera sotterranea dove trovava ufficialmente inizio l’acquedotto Teresiano, e nelle relative gallerie Superiori di alimentazione (n. CA 2 FVG-TS).

► 1987

Vengono rilevate 21 nuove cavità, con studi sulle opere legate alle esigenze di approvvigionamento idrico ed esplorazione di altri 9 rifugi antiaerei cittadini.  Viene pubblicato su “La Nostra Speleologia”, CAT, Gruppo Grotte, anno 1987, l’articolo intitolato “Speleologia Urbana anche a Trieste”.

► 1988

Vengono presentate al Catasto CA del Friuli Venezia Giulia 7 nuove cavità, con studi sulle opere legate alle esigenze di approvvigionamento idrico ed esplorazione di altri 6 rifugi antiaerei cittadini. Per quanto riguarda il «Progetto Theresia», viene esplorata la galleria Marchesetti (n. CA 3 FVG-TS), particolare cunicolo di captazione idrica dove, su una lunghezza di 100 m, è possibile riscontrare un dislivello positivo di oltre 21 m. Viene rintracciata, inoltre, la galleria di via delle Linfe (n. CA 13 FVG-TS), unico esempio ancora praticabile di cunicolo di trasporto dell’acqua facente parte dell’acquedotto Teresiano. Viene data alle stampe la pubblicazione “I sotterranei di Trieste. Indagine ed esplorazioni“ – Edizioni Italo Svevo, pp. 206, contenente i risultati delle varie ricerche avviate dalla Sezione di Speleologia Urbana negli ultimi anni.

► 1989

Vengono presentate al Catasto CA del Friuli Venezia Giulia 3 nuove cavità, con studi sulle opere legate alle esigenze di approvvigionamento idrico. Viene pubblicato sul catalogo della mostra “La speleologia … la storia”, a Treviso, lo studio intitolato “Speleologia in cavità artificiali: il caso di Trieste”.

► 1990

Vengono presentate al Catasto CA del Friuli Venezia Giulia 58 nuove cavità, sia di origine militare sia legate alle esigenze di approvvigionamento idrico. Si effettuano alcune indagini e si esplorano le gallerie presso Tarvisio Basso (n. CA 98 FVG-UD), per uno sviluppo complessivo di 50 m. Per quanto riguarda il «Progetto Theresia», viene esplorato il vasto complesso sotterraneo di alimentazione formato dalle gallerie Zock-Secker-Tschebull (n. CA 14 FVG-TS), che presenta uno sviluppo di 1.140 m. Viene presentato al 16° Congresso Nazionale di Speleologia di Udine il lavoro intitolato “I manufatti per la cattura delle acque urbane”.  Viene pubblicato su “Progressione 23”, Supplemento semestrale ad “Atti e Memorie”, anno XIII, n. 1, l’articolo intitolato “Speleologia in Cavità Artificiali”.

► 1991

Vengono presentate al Catasto CA del Friuli Venezia Giulia 51 nuove cavità, sia di origine militare sia legate alle esigenze di approvvigionamento idrico. Per quanto riguarda il «Progetto Theresia», viene esplorato – lungo la vallata del torrente Starebrech – il complesso Store (n. CA 158 FVG-TS), un sistema di gallerie facente parte dell’acquedotto sussidiario progettato lungo il corso del torrente Farneto. Un po’ più a valle viene rinvenuto un ulteriore tratto del collettore principale (n. CA 183 FVG-TS) dell’acquedotto, che è stato trasformato dalla popolazione locale in lavatoio. Vengono presentati al 3° International Symposium on Underground Quarries di Napoli i lavori intitolati “Friuli Venezia Giulia – Note sulla presenza di acquedotti ipogei nella regione” e “L’acquedotto Teresiano di San Giovanni in Guardiella”.

► 1992

Vengono presentate al Catasto CA del Friuli Venezia Giulia 21 nuove cavità, sia di origine militare (in particolare 6 rifugi antiaerei) sia legate alle esigenze di approvvigionamento idrico. Viene pubblicato su “Progressione 25”, Supplemento semestrale ad “Atti e Memorie”, anno XIV, n. 1-2, l’articolo intitolato “L’acquedotto romano di Bagnoli”. Viene pubblicato su “Progressione 27”, Supplemento semestrale ad “Atti e Memorie”, anno XV, n. 2,  l’articolo intitolato “L’acquedotto Teresiano nella Trieste emporiale del XVIII secolo”. Sul settimanale “Il Meridiano” viene pubblicato l’articolo intitolato “A Trieste si scava”.

► 1993

Vengono presentate al Catasto CA del Friuli Venezia Giulia 18 nuove cavità, sia di origine militare sia legate alle esigenze di approvvigionamento idrico. Sul settimanale “Il Meridiano” vengono pubblicati gli articoli intitolati “Galleria d’acqua per Maria Teresa” e  “Fiumi e torrenti nascosti sotto terra”

► 1994

Nonostante varie uscite ed esplorazioni, non viene presentata al Catasto CA del Friuli Venezia Giulia alcuna cavità.  Viene pubblicato su “Speleologia”, Rivista della Società Speleologica Italiana, anno XV, n. 31, Milano, l’articolo intitolato “Speleologia in Cavità Artificiali”. Vengono presentati al 17° Congresso Nazionale di Speleologia di Castelnuovo di Garfagnana i lavori intitolati “Il ramo terminale dell’acquedotto romano di Bagnoli” e “Indagini storiche ed esplorazioni sotterranee, l’esperienza della Società Adriatica di Speleologia”. Sul quotidiano “Il Piccolo” viene pubblicato l’articolo intitolato “Nei sotterranei di Trieste”. Nella pubblicazione “Il Bosco Farneto. Storia, natura e sentieri del Boschetto di Trieste”, Ed. Spring, vengono presentati due interventi intitolati “L’acquedotto sotterraneo della valle di Farneto” e “Un antico cippo doganale nel Bosco Farneto”.

► 1995

Vengono presentate al Catasto CA del Friuli Venezia Giulia 11 nuove cavità, tutte opere sotterranee di drenaggio dell’acqua o legate all’approvvigionamento idrico della città di Trieste. Vengono predisposte due relazioni sulle “Ricerche finalizzate alla verifica della presenza di vani sotterranei nell’edificio denominato palazzo Revoltella”, che vengono presentate alla direzione del museo d’arte moderna.  Viene predisposta una relazione sul “Complesso delle Sorgenti di Aurisina”, che viene presentata alla Direzione dell’ACEGA. Viene pubblicato su “Archeografo Triestino”, CIII, il lavoro intitolato “Le Wassergallerien dell’acquedotto Teresiano”.

► 1996

Vengono presentate al Catasto CA del Friuli Venezia Giulia 3 nuove cavità, tutti cunicoli di servizio legati a gallerie di transito ferroviario. Viene predisposta una terza relazione sulle “Ricerche finalizzate alla verifica della presenza di vani sotterranei nell’edificio denominato palazzo Revoltella”, che viene presentata anch’essa alla direzione del museo d’arte moderna. Viene pubblicato su “Archeografo Triestino”, CIV, il lavoro intitolato “Ulteriori risultanze sulle Wassergallerien della provincia di Trieste”.

► 1997

Vengono presentate al Catasto CA del Friuli Venezia Giulia 7 nuove cavità, sia di origine militare sia legate alle esigenze di approvvigionamento idrico, due delle quali localizzate all’interno del complesso dei Sotterranei dei Gesuiti.  Vengono presentati al 4° Convegno Nazionale sulle Cavità Artificiali di Osoppo i lavori intitolati  “ll complesso delle sorgenti di Aurisina”, “Le cavità artificiali della Venezia Giulia”, “Progetto Theresia. Risultati delle ricerche e prospettive future” e “La galleria “Stena” superiore a Trieste (CA 5 FVG-TS). Una metodologia di rilievo”. In occasione del Convegno viene presentata anche una raccolta multimediale di testi e documenti intitolata “L’acquedotto Teresiano – Opera voluta dall’imperatrice Maria Teresa d’Austria per la Trieste emporiale del ‘700”. Viene predisposta una relazione su “La galleria del monte Berciza” (n. CA 85 FVG-TS), che viene presentata alla Direzione dell’ACEGA. Viene pubblicato su “Rassegna tecnica del Friuli Venezia Giulia”, anno XLVIII, n. 1/97, Udine, l’articolo intitolato “Nelle cavità artificiali del sottosuolo triestino”. Viene data alle stampe la pubblicazione “Il Vallo Adriatico“, Edizioni Luglio, che – pur non essendo un prodotto diretto della SAS – contiene molti dati tratti dai nostri archivi riguardanti le esplorazioni delle cavità artificiali realizzate nel corso della Seconda Guerra Mondiale.

► 1998

Vengono presentate al Catasto CA del Friuli Venezia Giulia 8 nuove cavità, sia di origine militare sia legate alle esigenze di approvvigionamento idrico.

► 1999

Vengono presentate al Catasto CA del Friuli Venezia Giulia 56 nuove cavità, la maggior parte di origine militare, altre legate alle esigenze di approvvigionamento idrico. Viene presentato all’8° Convegno Regionale di Speleologia del Friuli Venezia Giulia il lavoro intitolato “La raccolta dell’acqua nella provincia di Trieste. Prima parte: il territorio urbano”.

► 2000

Vengono presentate al Catasto CA del Friuli Venezia Giulia 39 nuove cavità, sia di origine militare sia legate alle esigenze di approvvigionamento idrico. Viene introdotta l’utilizzazione di una “scheda informatica” per il Catasto nazionale Cavità Artificiali. La scheda, redatta da un socio della SAS, viene inizialmente adottata – in modo sperimentale – nella regione Friuli Venezia Giulia e poi estesa a tutto il territorio nazionale.

Esplorazione e rilevamento del complesso di cavità militari della I Guerra Mondiale,
poste nei pressi della cima del monte Freikofel (n. CA 589 FVG-UD) (Foto Guglia)

► 2001

Vengono presentate al Catasto CA del Friuli Venezia Giulia 6 nuove cavità di origine militare. Viene avviata una collaborazione con l’Associazione Amici delle Alpi Carniche di Timau, che cura il museo storico “la zona Carnia nella grande guerra”.  Vengono rilevate varie cavità presenti sulla vetta del monte Freikofel. Vengono presentati al 5° Convegno Nazionale sulle Cavità Artificiali di Osoppo i lavori intitolati “La galleria del Bosco Marchesetti (Trieste). Descrizione di un’opera idraulica minore” e “Il folklore minerario europeo. Note introduttive”. Viene pubblicato su “Opera Ipogea”, Memorie della Commissione Nazionale Cavità Artificiali – SSI, Anno III, n. 2, il lavoro intitolato “Mundus subterraneus: appunti per un’antropologia della miniera nell’occidente medioevale”.

► 2002

Vengono presentate al Catasto CA del Friuli Venezia Giulia 6 nuove cavità di origine militare. All’interno della collaborazione avviata con l’Associazione Amici delle Alpi Carniche di Timau,viene completato lo studio delle cavità artificiali presenti sulla vetta del monte Freikofel e viene topografata tutta l’area del comprensorio. Per quanto riguarda il «Progetto Theresia», viene esplorato un cunicolo idrico (n. CA 651 FVG-TS) rintracciato durante la vasta campagna di ricerca della galleria Slep (quest’ultima documentata, ma mai localizzata). Viene data alle stampe la pubblicazione “I sotterranei della città di Trieste“ – Edizioni LINT, che descrive le tante esplorazioni fatte dalla SAS nel sottosuolo di Trieste. Viene presentata pure una versione e-book del libro, scaricabile liberamente da Internet. Si tratta della prima pubblicazione al mondo che affronta l’argomento speleologia, distribuita attraverso tale mezzo informatico.

► 2003

Nonostante varie uscite ed esplorazioni, vengono presentate al Catasto CA del Friuli Venezia Giulia solamente 2 nuove cavità sul colle di San Giusto. Per quanto riguarda il «Progetto Theresia», viene intrapresa un’azione – assieme alla Soprintendenza – nei confronti del cantiere del costruendo parcheggio di San Giovanni, per tutelare le sottostanti gallerie dell’acquedotto Teresiano.

► 2004

Nonostante varie uscite ed esplorazioni, viene presentata al Catasto CA del Friuli Venezia Giulia solamente una cavità di utilizzo minerario.

► 2005

Vengono presentate al Catasto CA del Friuli Venezia Giulia 7 nuove cavità, con studi ed esplorazioni riguardanti sia sotterranei militari, sia opere legate alle esigenze di approvvigionamento idrico. Per quanto riguarda il «Progetto Theresia», viene installata una botola ed una scala metallica fissa nel pozzo d’accesso al complesso sotterraneo formato dalle gallerie Zock-Secker-Tschebull (n. CA 14 FVG-TS). Viene data alle stampe la pubblicazione “Trieste nascosta“, Edizioni LINT, che – pur non essendo un prodotto diretto della SAS e non parlando specificatamente di sotterranei – contiene molte informazioni sulla nostra attività nel campo delle cavità artificiali.

Lavori di disostruzione all’in- terno dei Sotterranei dei Gesuiti,
sotto la chiesa di Santa Maria Maggiore – Trieste (Foto Guglia) 

► 2006

Vengono presentate al Catasto CA del Friuli Venezia Giulia 15 nuove cavità, con studi ed esplorazioni riguardanti sia sotterranei militari, sia opere legate alle esigenze di approvvigionamento idrico. Per quanto riguarda il «Progetto Theresia», vengono rinvenute – sempre lungo la vallata del torrente Starebrech – un ulteriore tratto del cunicolo che fungeva da collettore (n. CA 870 FVG-TS) ed una galleria di captazione (denominata galleria dei Francesi – n. CA 871 FVG-TS) ricavata sotto il colle di Timignano. Un ultimo ritrovamento riguarda la zona posta a monte del complesso Store, dove è stata esplorata la prosecuzione del collettore stesso (complesso Store superiore – n. CA 872 FVG-TS), per uno sviluppo complessivo di 63 m. Assieme all’associazione di volontariato  “Il Capofonte”, si avviano varie iniziative per la tutela del Capofonte Teresiano di San Giovanni. Iniziano i lavori di pulizia e sistemazione dei Sotterranei del Gesuiti, sotto la chiesa di Santa Maria Maggiore, al fine di migliorarne l’accessibilità ed avviare opportune iniziative di divulgazione e visita.

Nell’anno 2006, infine,  è stato allestito il percorso di visita riguardante i Sotterranei dei Gesuiti. All’interno delle sale iniziali sono esposte numerose piante, planimetrie e relazioni riguardanti le indagini svolte dalla SAS su questi interessanti vani ipogei.

► 2007

Per quanto riguarda le ricerche di speleologia in CA, vengono presentate al Catasto CA del Friuli Venezia Giulia 13 nuove cavità e 2 aggiornamenti. Da segnalare la collaborazione con l’A.S.S. n. 1 “Triestina”, alla quale è stata consegnata una relazione riguardanti l’esplorazione di 2 pozzi rilevati nell’ambito dell’ex Ospedale Psichiatrico Provinciale di San Giovanni. Continuano le iniziative per la tutela del Capofonte Teresiano di San Giovanni, svolte assieme all’associazione di volontariato  “Il Capofonte”. Dopo aver completato la pulizia dei Sotterranei dei Gesuiti, iniziano le visite guidate aperte al pubblico. Nel primo anno si stimano almeno 1.000 visitatori. Viene pubblicato su “Opera Ipogea”, n. 1/07 – rivista della SSI dedicata specificatamente al progetto “Carta degli antichi acquedotti ipogei” – lo studio intitolato “L’acquedotto Teresiano di Trieste”

Attività di Divulgazione

L’attività della Sezione ha riguardato anche il settore della divulgazione. Numerosissime sono state le conferenze pubbliche tenute sull’argomento “cavità artificiali”, fra le quali possiamo ricordare quella organizzata presso l’Università degli Studi di Trieste, quelle programmate nella sala “Baroncini” delle Assicurazioni Generali e quelle  svolte in accordo con varie Associazioni culturali, come Italia Nostra, Puglia Club, Club Primo Rovis, Università della terza età, CRAL APT, ecc.

Nel periodo 1994-1995 è stato avviato un progetto biennale di educazione ambientale in accordo con la scuola media  Bergamas di Trieste, con lezioni e visite ai sotterranei. 

Nel corso degli anni, numerose sono state le collaborazioni con i giornali locali, come il Meridiano, il Mercatino, Triesteoggi, Vivatrieste e Il Piccolo, dove sono stati pubblicati vari articoli sulle nostre ricerche.

La Sezione ha collaborato anche a varie trasmissioni tematiche su alcune emittenti televisive come Tele Antenna, Tele 4, Rai 3 e Tele Capodistria. Nel 1997 vi è stata anche una collaborazione con Canale 5 per la realizza- zione del telefilm intitolato “Il mistero della Camera Rossa”.

Presso lo Speleovivarium di via Guido Reni vi è una sala museale dedicata  alle esplorazioni urbane, dove sono stati  esposti reperti, rilievi, articoli e brevi testi descrittivi sulle indagini svolte.


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I soci della Società Adriatica di Speleologia si ritrovano ogni giovedì sera alle ore 21:00 presso la sede sociale di via Rossetti n. 59/a a Trieste.

L’ingresso è libero per tutti gli appassionati ed a chi è interessato a conoscere le nostre attività.

 

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