Progetto M.P.S. sull’ex-discarica RSU di Trebiciano

Indagine sull’effettiva estensione dell’ex-discarica RSU di Trebiciano e valutazione dell’impatto ambientale innescato dalle acque di percolazione che l’attraversano

L’ex-discarica di Trebiciano è rimasta attiva per quasi vent’anni ed è stata definitivamente abbandonata solamente nella prima metà del 1970. Rimane tuttora inesplicabile la preferenza per il sito di Trebiciano, poiché era risaputo che i terreni carsici (fortemente fratturati) non avevano alcun potere filtrante sulle acque di percolazione. Nella zona era inoltre accertato da tempo il corso sotterraneo del fiume Timavo.

Numerose doline, grotte ed altre depressioni carsiche sono state colmate con rifiuti di ogni genere, interessando un’area di 120.000 mq. Al loro posto troviamo oggi una collinetta che si eleva per una quindicina di metri dal piano di campagna. Ma il problema – sino ad oggi sottovalutato – è che i 120.000 mq accertati sono solo una porzione dell’area realmente coinvolta che si estendeva per una superficie ben maggiore.

Come evidenziato, l’ex-discarica RSU comprendeva un’area di forma trilobata, che si sviluppava per circa 120.000 mq. Bisogna però considerare anche una fascia ai lati della pista ciclabile Trebiciano-Orle, che si estende lateralmente alla strada per una profondità di qualche centinaio di metri, interessando un numero importante di depositi di rifiuti d’ogni tipo e di pericolosità ancora d’accertare. Fortunatamente la cubatura di tali micro-discariche non assume le dimensioni del sito “ufficiale”, ma non per questo esse possono essere ignorate. L’ex-discarica è stata in qualche modo “mascherata” a suo tempo mediante una insignificante, e di fatto inutile, copertura terrosa, mentre gli altri depositi sono rimasti dimenticati a cielo aperto, pur continuando ad inquinare le acque provenienti dalle piogge e captate dal sottosuolo.

La Società Adriatica di Speleologia è attualmente impegnata nella fase propedeutica di censimento e georeferenziazione dei vari siti inquinati. Sono in corso di effettuazione un preciso rilevamento topografico delle varie aree localizzate e dei numerosi depositi posti all’esterno del perimetro “ufficiale” della discarica.

La fase seguente riguarderà l’avvio di un dettagliato campionamento dei materiali reperiti nei siti con analisi qualitativa dei materiali depositati, il coinvolgimento delle strutture regionali, provinciali e comunali preposte alla protezione ambientale, l’attivazione di protocolli di collaborazione con strutture universitarie ed istituti scolastici per fruire delle loro competenze specifiche e l’istituzione di un comitato scientifico per la predisposizione delle linee guida della ricerca e dei monitoraggi.

Le finalità del progetto di ricerca della SAS

Il progetto di lavoro intende perseguire le seguenti finalità:

  • l’attivazione di piani di divulgazione tramite i media per coinvolgere le associazioni, le amministrazioni pubbliche, la popolazione cittadina e delle borgate e provvedere ad illustrare  la situazione ambientale accertata;
  • la promozione di iniziative tecnico-scientifiche per un preciso rilevamento topografico dei siti inquinati con analisi qualitativa e valutazione quantitativa dei materiali depositati. Questo intervento prevede il coinvolgimento e la supervisione delle strutture regionali, provinciali e comunali preposte alla protezione ambientale. Parallelamente si attiverà la collaborazione con strutture universitarie ed istituti scolastici. Il settore scientifico sarà coordinato da un apposito comitato;
  • l’attuazione del progetto M.P.S. (Monitoraggio Percolazioni Sospette) che consiste nel verificare il possibile inquinamento delle acque provenienti dalle precipitazioni atmosferiche che attraversano i materiali depositati nell’ex-discarica, per percolare poi nella falda acquifera e nel Timavo.

Per avviare questa fase è indispensabile la raccolta di tutta la documentazione disponibile (ufficiale ed ufficiosa):

  • documentazione fotografica ipogea ed epigea (nelle diverse stagioni) e riprese video;
  • documentazione topografica (mappe catastali, carte topografiche militari dell’epoca precedente l’attivazione della discarica, carta tecnica regionale, aerofotogrammi;
  • documentazione geologica;
  • copia dei progetti e studi di bonifica pre-esistenti;
  • rilievi e dati catastali delle grotte che insistono nella zona;
  • foto storiche;
  • documentazione giornalistica.
Planimetria con posizionamento dei nuovi siti inquinati localizzati nei pressi dell’ex-discarica RSU di Trebiciano.

Consulta la presentazione del progetto MPS.

Leggi di più sull’inquinamento delle grotte del Carso.

Hanno collaborato alla redazione di questa pagina:

Per i testi: Sergio Dambrosi e Paolo Guglia

Per le Immagini: Sergio Dambrosi e Rocco Umer

Per le attività di georeferenziazione: Marco Gubertini e Rocco Umer