
Questa pagina documenta le varie fasi organizzative ed operative inerenti la spedizione speleosubacquea denominata “Timavo System Exploration 2013”, una serie di esplorazioni rivolte al corso sotterraneo del fiume Timavo sul Carso Triestino.
Le immersioni vennero effettuate dall’equipe appartenente al National Cave Diving Commette della FFESSM, con l’appoggio logistico della Società Adriatica di Speleologia di Trieste.
Buone notizie dai sifoni
Dopo lunghi trasporti di materiali e meticolose verifiche propedeutiche, si sono immerse contemporaneamente due squadre distinte, una al Pozzo dei Colombi e l’altra all’Abisso di Trebiciano.
A San Giovanni di Duino, Marc Douchet e Christian More (coadiuvati da Jean-Pierre Stephanato), sono finalmente riusciti ad identificare l’ingresso del collettore che sale a monte del sifone. Si tratta di un’ampia galleria che però, date le attuali condizioni idriche, non presenta alcuna corrente d’acqua. Proprio per l’assenza del movimento dell’acqua è stato difficile trovare il passaggio localizzato sempre dai francesi nel 1993, ma ora bisogna solo seguire la nuova sagola che è stata posizionata e proseguire nell’esplorazione.
A Trebiciano, invece, Michel Philips ha localizzato il collettore che dovrebbe alimentare il lago Boegan (quello trovato da Maucci nel 1953). L’aspetto della caverna e del lago Boegan è stato trovato abbastanza diverso rispetto alle precedenti esplorazioni, proprio perchè il livello dell’acqua oggi è particolarmente basso. A monte è stata trovata una nuova galleria sommersa che è stata risalita per quasi 100 m.
Seguiranno delle esplorazioni sia a Duino che a Trebiciano il giorno successivo.

Aspettative e Primi Risultati
Con il completamento dei lavori, non rimane che elaborare i tanti dati raccolti ed il ricco materiale documentativo, per cercare di apprendere qualcosa in più sul fiume sotterraneo.
Le squadre di speleosub francesi hanno operato parallelamente all’interno di due grotte: il Pozzo dei Colombi e l’Abisso di Trebiciano. Prima dell’avvio della spedizione, conoscendo le caratteristiche dei sommozzatori impegnati nelle immersioni e le precedenti campagne esplorative da loro svolte, l’impressione era che la maggior parte dei risultati esplorativi si sarebbero ottenuti a Duino, dove erano segnalate grandi gallerie poste ad una certa profondità (-82 m). Nell’Abisso di Trebiciano, invece, sono sempre stati indicati dei passaggi disagevoli e grandi complicazioni per quanto riguarda l’orientamento.
Anche la qualità dell’acqua giocava a sfavore di Trebiciano, dove in questi giorni era riscontrabile una visibilità di trenta/quaranta centimetri, sicuramente inferiore a quella presente presso le risorgive.
Alla fine, però, il Timavo ha giocato il suo ennesimo scherzo.
Contrariamente ad ogni previsione, i maggiori risultati esplorativi sono stati raggiunti, infatti, nell’Abisso di Trebiciano, con qualche centinaio di metri di nuovi sviluppi e la scoperta di un interessante collettore di ampie dimensioni.
Con queste novità, il rilievo dell’Abisso di Trebiciano cambierà letteralmente aspetto, sia in pianta che per quanto riguarda il suo profilo.
Al Pozzo dei Colombi, una visibilità generale comunque scarsa, la rottura di tutte le precedenti sagole e la presenza di sedimenti che non appena sfiorati si sono sollevati impedendo perfino di riconoscere il profilo delle pareti del pozzo stesso, non hanno permesso – per il momento – di proseguire oltre rispetto agli sviluppi conosciuti.
Fuori tutto
Dopo le entusiasmanti giornate delle esplorazioni, rimaneva ancora da fare il lavoro sporco…
Sul fondo dell’Abisso di Trebiciano e al Pozzo dei Colombi bisognava semplicemente recuperare tutte le attrezzature che erano state predisposte per facilitare il lavoro dei subacquei.
Così si sono ritrovati a Duino Gabriele, Bruno e Paolo per completare anche quest’ultima fase della spedizione.
La piattaforma galleggiante, che è stata resa disponibile grazie alla sponsorizzazione dell’Università degli Studi di Trieste ed al patrocinio concesso dal progetto Hydrokarst, rappresentava probabilmente il problema maggiore. Fu abbastanza facile assemblarla all’esterno per poi calarla in grotta, ma non eravamo altrettanto sicuri che smontarla in grotta per poi issarla a pezzi sarebbe stato altrettanto semplice. Con un po’ di manovre e qualche fatica, alla fine, siamo comunque riusciti nell’intento.
Abbiamo poi smantellato i corrimano, i cavi, la teleferica ed i vari tiranti, che sono stati tutti siglati per un rapido riconoscimento.
Di sera, tutto il materiale è stato controllato un’ultima volta, imballato e immagazzinato, pronto per un prossimo il riuso.

Foto e Video
In occasione di questa spedizione, abbiamo curato particolarmente l’aspetto documentativo delle varie fasi esplorative ed organizzative.
Per questi motivi ha operato continuatamente una squadra per le riprese video (Benjamin Guignot e Giacomo Marsi) ed una per la documentazione fotografica (Stefano Savini, Alberto Maizan e Paolo Guglia).
Una sintesi del materiale prodotto è visibile sul sito internet del quotidiano locale Il Piccolo, ai seguenti indirizzi:
Quanti Eravamo
Se l’esplorazione subacquea ad alti livelli è una materia per pochi specialisti, tutta l’organizzazione logistica di una spedizione come quella denominata Timavo System Exploration 2013 è una faccenda di fatica e sudore.
La realizzazione di apposite strutture ed il trasporto dei materiali ai sifoni non sono attività di alto livello, ma prevedono un certo numero di persone che deve operare secondo precise tabelle organizzative.
Oggi possiamo dire che è andato tutto bene, ma qualche dubbio inizialmente c’era. Nella settimana di ferragosto, alcuni soci della SAS erano via da Trieste per ferie programmate precedentemenete, altri semplicemente lavoravano. Nonostante questo, ogni sacco, ogni bombola, ogni attrezzatura è arrivata nel posto giusto al momento giusto, e questo non è poco.
Ricordiamo che la squadra spelosub francese era composta da Marc Douchet, Christian More, Michel Philips, Jean-Pierre Stephanato e Claude Touloumdjian del Centre de Recherches et de Plongèes Souterraines (FFESSM-FFS) di Marsiglia.
L’appoggio logistico è stato fornito da Massimiliano Blocher, Giorgia De Colle, Fabio De Nadai, Gabriele Crevatin, Maurizio Curci, Sergio Dambrosi, Davio Fabris, Paolo Guglia, Benjamin Guignet, Piero Luchesi, Alberto Maizan, Giacomo Marsi, Giuseppe Masarin, Edi Mauri, Francesca Midena, Ilario Muggia, Federica Papi, Roberto Radovan, Marco Restaino, Stefano Savini, Lorenzo Slama, Piero Slama, Rocco Umer, Bruno Vojtissek e Marco Zarotti della Società Adriatica di Speleologia (Trieste).
Conferenza di presentazione dei risultati del TSE 2013
Dopo aver lavorato a stretto contatto con gli speleosub francesi ed aver elaborato i dati emersi dalle immersioni, è stato possible indire una conferenza pubblica durante la quale presentare i risultati della spedizione Timavo System Exploration 2013.
L’incontro si è tenuto presso la sala del Magazzino delle Idee, in occasione dell’ultima giornata della mostra “Acqua: identità di un territorio”.
Essendo sia il giorno di chiusura della mostra che la domenica della Barcolana, avevamo qualche dubbio sulla partecipazione del pubblico, ma dobbiamo dire che l’affluenza è stata superiore alle aspettative.
Più di cento persone hanno assistito alla presentazione, che ha visto anche un’introduzione del vicepresidente della Provincia Igor Dolenc.
Dopo una presentazione di Maurizio Spoto a nome dell’organizzazione della mostra, il presidente della SAS Sergio Dambrosi ha iniziato spiegando i presupposti della spedizione, quindi Marco Restaino ha parlato del Timavo e delle sue speciali carattersitiche. E’ seguito l’intervento di Piero Luchesi, che ha raccontato l’organizzazione del progetto, e – per finire – Paolo Guglia ha descritto lo svolgimento del TSE 2013 ed i risultati raggiunti.
Le immagini di Alberto Maizan illustrano le varie fasi della conferenza.




Presentazione a Casola Valsenio
La degna conclusione delle attività legate al Timavo System Exploration 2013 non poteva che essere la presentazione del progetto al raduno nazionale di Casola Valsenio.
Già nella mattinata di sabato, l’intervento di Marco Restaino sul Timavo e sulle grotte soffianti ha introdotto l’argomento, invitando gli interessati alla conferenza che si doveva svolgere nel pomeriggio.
La seguente presentazione specifica sul TSE 2013 è stata però un po’ più difficoltosa, in quanto la sala era gremita all’inverosimile e regnava una grande confusione. Il fatto poi che si sia iniziato con mezz’ora di ritardo ed inserendo l’intervento (che si reggeva su delle slide in PPT) nel bel mezzo di una serie di filmati di pregevole fattura non ha certo facilitato il compito.
Nonostante questo, è stato presentato il progetto partendo da un po’ di storia, descrivendo le vari fasi operative ed evidenziando i risultati raggiunti.
Peccato che non sia stata possibile la presenza di nessun speleosub francese, perché la descrizione delle immersioni da parte di chi le ha vissute personalmente sarebbe stata certamente di grande impatto.
Tirando le somme, una presentazione che ha divulgato a livello nazionale quanto fatto nel corso dell’estate, anche se è risultato che già in molti erano informati dell’esistenza del TSE 2013 e delle esplorazioni effettuate, probabilmente grazie al sito internet costantemente aggiornato.
Articoli sulla conferenza
Dopo la conferenza di domenica scorsa, durante la quale sono stati divulgati i risultati del TSE 2013, sono usciti due articoli che hanno descritto l’evento.
Il primo è stato pubblicato sulle pagine e sul sito del Primorski Dnevnik, in lingua slovena, con il titolo Odkrili nepoznane prehode v jami Labadnici (Scoperti passaggi sconosciuti nell’Abisso di Trebiciano) e riassume la spedizione e quanto è stato ottenuto nel corso delle immersioni.
Il secondo è apparso sul sito di notizie online IlFriuliVenenziaGiulia.it e riporta quanto detto nel corso della conferenza. Da segnalare le belle foto che accompagnano l’articolo frutto del lavoro dell’amico Stefano Savini.
Vedi l’articolo sul Primorski Dnevnik (in sloveno).
Articoli su IlFriuliVeneziaGiulia
Le recenti operazioni di esplorazione del fiume Timavo sono state seguite con interessa da molti media.
Fra questi è da segnalare la pubblicazione online IlFriuliVenezia Giulia, che ha predisposto una serie di interessanti articoli a descrizione delle attività svolte. La giornalista Tiziana Melloni ha pubblicato delle esaurienti relazioni sullo sviluppo delle immersioni, coadiuvate da tante belle immagini inedite del fotografo Stefano Savini.
Gli articoli sono i seguenti:
Esplorazione del Timavo, arrivano gli speleosub francesi. Un altro passo per la soluzione del mistero? (28/07/2013)
Al via l’esplorazione subacquea del Timavo. Foto e racconto. (11/08/2013)
Esplorazione del Timavo: speleosub francesi al lavoro con gli speleologi della SAS. (15/08/2013)
Bilancio positivo per la spedizione speleosub che ha aggiunto qualche tassello al mistero del Timavo. (19/08/2013)
Articolo sul Primorski Dnevnik
Anche la stampa di lingua slovena ha recentemente parlato del Timavo e delle sue esplorazioni subacquee.
Per chi non è in grado di tradurre, l’esauriente articolo di Aljoža Fonda – pubblicato sul quotidiano Primorski Dnevnik – dedica una prima parte all’inquadramento del fiume, al suo inabissameto a San Canziano, alle scoperte in terra slovena di nuove grotte che l’intercettano, ai lavori in corso a Trebiciano (Luftlocher) e Fernetti (n. 87 VG) e, in generale, all’attrazione che il misterioso Timavo esercita su speleologi e studiosi.
Si passa quindi a descrivere l’attività di Claude Touloumdjian (oltre 2000 immersioni) e le capacità del team francese.
Viene poi intervistato Gabriele Crevatin, organizzatore delle esplorazioni al Pozzo dei Colombi antecedenti il 1993.
Si prosegue precisando che la Società Adriatica di Speleologia ha fornito tutto il supporto logistico e che grazie al coinvoglimento dell’Università degli Studi di Trieste – Dipartimento di Matematica e Geoscienze – ed al patrocinio concesso dal progetto Hydrokarst, è stato possibile realizzare la piattaforma galleggiante ed agevolare le operazioni.
L’articolo si conclude cercando di fare luce sul nome sloveno del Pozzo dei Colombi, ma sembra che non esista una denominazione specifica locale per la grotta.

Articolo su Il Piccolo
Anche il quotidiano locale Il Piccolo si è occupato delle esplorazioni subacquee del Timavo, con una bella pagina a firma di Piero Spirito.
Si parla degli aspetti tecnici, ma anche delle sensazioni provate e delle atmosfere particolari – di fascino e mistero – con le quali hanno dovuto confrontarsi gli esploratori.
Un articolo ben strutturato, di taglio divulgativo, che certo contribuirà a far comprendere meglio lo “spirito” della speleologia ai tanti triestini che non conoscono questa particolare disciplina.
Di seguito i link ai contenuti pubblicatii sul sito de Il Piccolo: